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Il K-index
L’indice K deriva da un algoritmo di correlazione, mediato su un intervallo di 3 ore, delle massime fluttuazioni delle componenti orizzontali osservate su un magnetometro in un giorno di quiete. La tabella di conversione fra lle massime fluttuazioni (in nT) e l’elaborazione dell’indice K, varia da osservatorio a osservatorio. Osservatori a più alta latitudine geomagnetica richiedono più alti livelli di fluttuazione per un dato K-index. La tabella di conversione per un magnetometro Boulder è la seguente:
K |
nT |
0 |
0-5 |
1 |
5-10 |
2 |
10-20 |
3 |
20-40 |
4 |
40-70 |
5 |
70-120 |
6 |
120-200 |
7 |
200-330 |
8 |
330-500 |
9 |
>500 |
Al SEC del NOAA, per esempio, vengono monitorati i valori preliminary di k-index minuto per minuto e notificati segnali di alert ai propri utenti quando si superano le soglie critiche di 6,7,8. Il K-index finale in tempo reale è determinato dopo la fine dei prescritti 3 intervalli orari (0000-0300, 0300-0600, ..., 2100-2400) . Le deviazioni massime positive e negative durante i periodi triorari sono addizionati insieme per determinare la massima fluttuazione totale. Una massima deviazione può accadere in un qualsiasi momento del periodo triorario.
Relazione tra K, Kp e Kp stimato
Il K-index planetario ufficiale deriva dal calcolo della media peseta degli indici K di una rete di ossevatori geomagnetici. Poiché non tutti gli Osservatori riportano i loro dati in tempo reale è necessario, per un centro operativo, autocalcolarsi la miglior stima dell’indice sui dati disponibili, il Kp stimato.
Relazione tra K e A
L’indice A è stato necessario inventarlo a causa di una certa deriva dalla media giornaliera dell’attività geomagnetica. Poiché c’è una relazione non lineare tra la scale dei K e le fluttuazioni del magnetometro, non è significativo prendere le medie di un insieme di indici K. Quindi viene convertito ogni K in una scala lineare chiamata “range triorario equivalente a-index”. L’indice A giornaliero viene quindi ad essere la media di 8 indici “a”. La prossima tavole illustra la conversione tra K ed “a”:
K |
a |
0 |
0 |
1 |
3 |
2 |
7 |
3 |
15 |
4 |
27 |
5 |
48 |
6 |
80 |
7 |
140 |
8 |
240 |
9 |
400 |
Così ad esempio, se gli indici K per un giorno fossero 3 4 6 5 3 2 2 1, l’indice A giornaliero sarebbe la media delle ampiezze equivalenti:
A = (15 + 27 + 80 + 48 + 15 + 7 + 7 + 3)/8 = 25.25
Relazione tra la G-scale del NOAA e Kp
La scala Kp è un ragionevole modo di interpretare il livello globale di attività geomagnetica, ma non è sempre facile capire per intero il suo significato. Così è nata la G-scale della NOAA, per correlarla direttamente agli effetti delle tempeste geomagnetiche, come di seguito mostrato:
Kp-index |
NOAA Space Weather Scale |
Kp=5 |
G1 |
Kp=6 |
G2 |
Kp=7 |
G3 |
Kp=8 |
G4 |
Kp=9 |
G5 |
Naturalmente a livelli di Kp tra 0-4 corrispondono un valore di G0
Monitor dell'attività solare
Emissione Raggi X
Campo Geomagnetico
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|
Legenda dello status monitor per i raggi X solari
Il monitor scarica i dati periodicamente dal NOAA Space Environment Center FTP server. Vengono analizzate le precedenti 24 ore dei raggi X con lunghezza d'onda di 5 minuti dai satelliti GOES 8 e GOES 10 e quindi viene assegnato un opportuno "livello" di attività come segue:
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Normal: Il flusso di raggi X solari è in quiete (< 1.00e-6 W/m^2) |
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Active: Il flusso di raggi X solari è attivo (>= 1.00e-6 W/m^2) |
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M Class Flare: Si è avuto un M Class flare (X-ray flux >= 1.00e-5 W/m^2) |
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X Class Flare: Si è avuto un X Class flare (X-ray flux >= 1.00e-4 W/m^2) |
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Mega Flare: Si è avuto un grosso evento di emissione di raggi X (X-ray flux >= 1.00e-3 W/m^2) |
Legenda dello status monitor per il Campo Geomagnetico
Il monitor scarica i dati periodicamente dal NOAA Space Environment Center FTP server.. Vengono analizzate le precedenti 24 ore del Planetary Kp Index a 3 ore e viene assegnato un appropriato livello di attività per le ultime 24 ore come segue:
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Quiet: Campo Geomagnetico in quiete (Kp < 4) |
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Active: Il Campo Geomagnetico è perturbato (Kp=4) |
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Storm: E' avvenuta una tempesta geomagnetica (Kp>4) |