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Windchill (La temperatura del vento)
Introdotto da Steadman, determina la reale sensazione di freddo della pelle nuda esposta a diverse temperature con vento a velocità diverse. Si ottiene così la Windchill, la temperatura del vento, ossia il valore della temperatura virtuale in rapporto alla forza del vento
Heat Index, apparent temperature
(1) Heat index(HI) = -42.379 + 2.04901523(Tf) + 10.14333127(RH) - 0.22475541(Tf)(RH) - 6.83783x10(-3)(Tf(2)) - 5.481717x10(-2)(RH(2)) + 1.22874x10(-3)(Tf(2))(RH) + 8.5282x10(-4)(Tf)(RH(2)) - 1.99x10(-6)(Tf(2))(RH(2))
Clicca qui per una veloce calcolazione dell'Heat Index
All'aumentare dell'altitudine, la pressione atmosferica decresce. vediamo questo come influenza l'umidità.
La Pressione decresce con l'altezza nei primi 100 km dalla superficie terrestre in accordo con la legge
P(z)=P (s.l.m.)*exp(-z/H)
P(z)= pressione all'altezza z, P(s.l.m.)= pressione a livello del mare (~1013 millibars o hectopascal), z= altezza in metri, H= altezza di scala (~7 km)
La nostra valutazione delle formule dell'umidità usate in queste pagine tengono conto delle diverse altitudini, ma è da tener conto che l'umidità relativa rimane pressochè costante al variare della pressione. L'effettiva tensione di vapore e tensione di vapore satura entrambe cambiano, ma cambiano infatti dello stesso fattore. Il coefficiente di pressione usato nelle formule sotto per l'atmosfera standard è 6.11. Applicando la formula relativa alle variazioni di pressione oltre i 2100 mt di altezza, si ottiene un coefficiente di altezza di 4.5. Questo valore più basso riduce sia pressione effettiva di vapore e sia quella di saturazione, ma non altera l'umidità relativa.
La temperatura del punto di rugiada è influenzata da altitudini più alte poichè è influenzata dalla pressione. Usando i valori della pressione di vapore di saturazione della formula sotto, è possibile dividere il valore della formula col rapporto del coefficiente della pressione al livello del mare sul coefficiente modificato. Ad esempio, a 2100 mt d'altezza, il rapporto è 6.11/4.5 =1.38, per cui prima di usare il valore della formula per la pressione di vapore di saturazione nella procedura del calcolo del punto di rugiada si deve dividere il valore per 1.38.
Calcolo dell'umidità relativa dalla temperatura e dal punto di rugiada
Calcolo del punto di rugiada dall’umidità relativa e dalla temperatura
Convertire eventualmente la temperatura in gradi Fahrenheit in gradi Celsius.
Densità dell’aria e umidità assoluta
Altezze delle basi delle nubi cumuliformi
E’ possibile usare la seguente formula nel calcolo della base dell’altezza (H) di una nuvola dati una temperature di superficie e il punto di rugiada:Relazione tra condizioni meteo e contagi di COVID-19
Nicola Scafetta
Questo documento esamina se la pandemia CoronaVirus 2 (SARS-CoV-2) della sindrome respiratoria acuta grave avrebbe potuto essere favorita da specifiche condizioni meteorologiche e da altri fattori. Si scopre che il clima invernale del 2020 nella regione di Wuhan (Hubei, Cina centrale) - dove il virus è scoppiato per la prima volta in dicembre e si è diffuso ampiamente da gennaio a febbraio 2020 - era sorprendentemente simile a quello delle province del Nord Italia di Milano, Brescia e Bergamo, dove la pandemia è scoppiata da febbraio a marzo. L'analisi statistica è stata estesa per coprire gli Stati Uniti d'America, che hanno superato l'Italia e la Cina come il paese con il maggior numero di casi confermati di Malattia COronaVIRus 19 (COVID-19), e poi al mondo intero. I modelli di correlazione trovati suggeriscono che la letalità COVID-19 peggiora significativamente (4 volte in media) sotto le temperature atmosferiche tra i 4 e i 12 gradi centigradi e l'umidità relativa tra il 60% e l'80%. Sono stati studiati anche possibili co-fattori come l'età mediana della popolazione e l'inquinamento atmosferico, suggerendo un'importante influenza del primo, ma non dei secondi, almeno su scala sinottica. Sulla base di questi risultati, sono state generate mappe mondiali isotermiche specifiche per individuare, mese per mese, le regioni del mondo che condividono intervalli di temperatura simili. Da febbraio a marzo, la zona di isotermia di 4-12 gradi si estendeva principalmente dalla Cina centrale verso Iran, Turchia, Europa del Mediterraneo occidentale (Italia, Spagna e Francia) fino allo Stato Unito d'America, coincidendo in modo ottimale con le regioni geografiche più colpite dalla pandemia da febbraio a marzo. Si prevede che in primavera, quando il clima si alcaldo, la pandemia probabilmente peggiorerà nelle regioni settentrionali (Regno Unito, Germania, Europa orientale, Russia e Nord America) mentre la situazione probabilmente migliorerà nelle regioni meridionali (Italia e Spagna). Tuttavia, in autunno, la pandemia potrebbe tornare e colpire nuovamente le stesse regioni. La zona tropicale e l'intero emisfero meridionale, ma nelle regioni meridionali più fredde, potrebbero evitare una forte pandemia a causa del clima sufficientemente caldo durante tutto l'anno e a causa dell'età media inferiore della loro popolazione. Le mappe interattive di Google-Earth-Pro che coprono il mondo intero sono fornite come file supplementari.
https://www.unina.it/-/22121560-condizioni-meteo-climatiche-e-contagi-di-covid-19
http://www.meteoweb.eu/2020/05/coronavirus-meteo-caldo-letalita/1435300/
Umidità relativa |
|||||||||
25% |
30% | 40% | 50% | 60% | 70% | 80% | 90% | 100% | |
38 | 42 | 43 | 47 | 54 | 57 | * | * | * | * |
37 | 40 | 42 | 45 | 49 | 54 | 55 | 58 | * | * |
36 | 39 | 40 | 43 | 47 | 51 | 56 | 57 | 58 | * |
35 | 37 | 38 | 42 | 45 | 48 | 51 | 54 | 57 | * |
34 | 36 | 37 | 41 | 43 | 47 | 49 | 52 | 55 | 58 |
33 | 34 | 36 | 38 | 42 | 44 | 47 | 50 | 52 | 55 |
32 | 33 | 34 | 37 | 39 | 42 | 45 | 47 | 50 | 52 |
31 | 31 | 33 | 35 | 38 | 40 | 43 | 45 | 48 | 50 |
30 | 31 | 31 | 34 | 36 | 38 | 41 | 43 | 46 | 48 |
29 | 29 | 30 | 32 | 34 | 37 | 38 | 41 | 44 | 46 |
28 | 28 | 29 | 31 | 33 | 35 | 37 | 39 | 41 | 45 |
27 | 27 | 28 | 29 | 31 | 33 | 35 | 37 | 39 | 41 |
26 | 26 | 27 | 28 | 29 | 31 | 33 | 35 | 37 | 39 |
25 | 25 | 26 | 27 | 28 | 30 | 32 | 33 | 35 | 37 |
24 | 24 | 25 | 26 | 27 | 28 | 30 | 32 | 33 | 35 |
23 | 23 | 23 | 24 | 25 | 27 | 28 | 30 | 32 | 33 |
* = va oltre la capacita dell'atmosfera terrestre di trattenere vapore acqueo. |
Grado di attenzione |
Indice di calore |
sindromi da calore |
estremamente pericoloso | > 55 | Colpo di calore imminente con la continua esposizione |
Pericoloso | 40 - 54 | Grande disagio. Evitare esercizio fisico. Ricercare posto fresco ed ombroso. Crampi da disitrazione e ustioni probabili. Colpi di calore possibili con la continua esposizione e/o attività fisica. |
strema attenzione | 30 - 39 | Leggero senso di disagio fisico. Colpi di calore, ustioni e crampi possibili con la continua esposizione e/o attività fisica. |
Attenzione |
< 29 |
Piccolo disagio fisico. Affaticamento possibile con prolungata esposizione e/o attività fisica. |
Nelle calde giornate estive, il corpo umano deve mantenere la sua temperatura entro i limiti fisiologici e lo fa attraverso la traspirazione. La successiva evaporazione del sudore (in pratica acqua) sottrae calore, raffreddando così la pelle (ricordiamo infatti che l'evaporazione è un fenomeno endotermico che richiede calore).
L'umidità relativa dell'ambiente può interferire con questo processo, limitando la possibilità di evaporazione. Nel caso di umidità elevata, l'organismo non ha modo di eliminare il calore in eccesso e quindi in pratica la sensazione è la stessa di quella provocata da una temperatura maggiore, proprio perchè il meccanismo fisiologico di raffreddamento è ostacolato.
Ci sono vari modi di valutare questa temperatura più elevata sentita dall'organismo (indice di calore). In questo calcolatore vengono determinati tre tra i più diffusi indici, che forniscono risultati anche significativamente diversi, in quanto il calcolo è basato su ipotesi e modelli differenti:
-- Heat Index / Apparent Temperature (Steadman, 1979)
-- Summer Simmer Index (Pepi, 1987)
-- Humidex (introdotto originariamente in Canada, 1965)
Tutti rappresentano una temperatura, si misurano quindi in gradi Celsius (o Fahrenheit nei paesi anglosassoni).
Vengono calcolati con formule semi-empiriche che non sono applicabili in modo generalizzato.
Per esempio, la formula usata in questo calcolatore per HI si applica solo nel caso di temperatura superiore a 27°C e umidità relativa superiore al 40%, condizioni spesso verificate durante l'estate.
Per temperature inferiori a 25 °C, con umidità poco elevata (sotto il 30%) si può ritenere approssimativamente che l'indice di calore coincida con la temperatura reale, senza significativi effetti dovuti all'umidità.
Sebbene è conveniente usare un singolo numero (Heat Index) per descrivere la temperatura apparente che il corpo sente, bisogna tener conto che il calore e l'umidità affaticano il corpo in maniera differente Diversi assunzioni sono usate per il calcolo dell'indice di calore. Si assume che il corpo sia:
- 1.70 mt di altezza.
- 70 chili di peso
- Caucasico.
- A 37 °C
- Vestito con pantaloni lunghi e camice a maniche corte
- All'ombra.
- Camminando con una velocità di 2 km/h circa
- In una brezza di 4 km/h circa
- Non grondante di sudore.
Se uno di questi fattori cambia, ad esempio maggiore esercizio fisico, o abbigliamento,e/o peso, indice di calore assume valori diversi dal calcolato. Per esempio, se pesi 100 chili indossi pantaloni lunghi da lavoro e stai lavorando al sole il valore dell'lindice calcolato è più basso di quello che realmente ci si sente addosso.
Per minimizzare gli effetti del calore può comunque essere opportuno:
- Monitorare previsioni ed annunci per periodi di alti indici di calore;.
- Fare frequenti soste all'ombra;.
- Evitare attività fisica prolungata .
- Bere spesso acqua - più di quella necessaria.
Eventualmente si può far riferimento al calcolatore meteorologico per il computo dei valori fai da te.
a cura della Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
L’ozono è una molecola costituita da tre atomi di ossigeno di formula chimica O3. Si presenta come un gas azzurrognolo, molto reattivo e velenoso, dal caratteristico odore pungente: a piccole dosi prende l’odore del fieno appena tagliato, mentre in quantità elevate l’odore si avvicina a quello dell’aglio.
Già Omero, in alcuni canti dell’Iliade, descriveva l’odore aspro e pungente che l’aria acquistava al passaggio di un temporale; verso la fine del XVIII secolo fu notato che lo stesso odore si presentava nelle vicinanze di alcune macchine elettriche ed attribuito all’elettricità dell’aria.
Solo nel 1840, il chimico Christian F. Schönbein (1799-1868), professore all’Università di Basilea, intuì che lo strano odore era dovuto alla presenza nell’aria di un gas denominato ozono che si formava in seguito al rilascio di scariche elettriche nell’aria durante i temporali, ed ad esso fu attribuito il termine “ozono” (dal greco ozein, che ha odore). All’epoca, Schönbein riteneva che questa molecola fosse monoatomica e solo nel 1866 il chimico francese Jacques Soret ne dimostrò la vera forma triatomica.
Nella troposfera, invece, è presente solo in piccole quantità e si forma sia nel corso dei temporali, per azione delle scariche elettriche sull’ossigeno molecolare, sia attraverso reazioni fotochimiche prodotte per azione dei raggi UV sulle emissioni derivanti dalle sorgenti antropogeniche, quali ossidi di azoto (NOx) e sostanze volatili.
L’ozono viene prodotto naturalmente nella stratosfera, in una fascia tra 15 e 50 km di quota, per effetto dei raggi ultravioletti sulle molecole di ossigeno biatomico: quando la radiazione ultravioletta a più alta energia (200-242nm) colpisce una molecola di ossigeno biatomico la scinde in due atomi di ossigeno monoatomico che si combinano rapidamente con l’ossigeno molecolare formando l’ozono. L’ozono assorbe la radiazione ultravioletta molto intensa di lunghezza d’onda prossima ai 300nm e si decompone. In questo modo l’ozono stratosferico funge da schermo nei confronti delle radiazioni UV nocive permettendo così la vita sulla Terra.
È curioso osservare che l’ozono è fonte di grave preoccupazione per la salute delle persone e dell’ecosistema se supera certi livelli nei bassi strati dell’atmosfera, mentre è prezioso e di vitale importanza per la vita quando si trova negli alti strati! Attualmente è molto di moda abbronzarsi nei centri di estetica con lampade UVA senza alcun tipo di precauzione ed è proprio con questi atteggiamenti che la nostra società mostra il suo volto complesso e contraddittorio. Mentre ci si preoccupa, giustamente, del buco dell’ozono che non riesce più a filtrare i micidiali raggi UV del sole, gran parte della popolazione, per apparire alla moda, utilizza in modo inappropriato apparecchiature abbronzanti che bombardano la pelle di raggi UVA pur sapendo quanto dannose esse possano essere. Chiunque lo desideri può disporre a piacimento di un suo surrogato: lampade abbronzanti, lettini solari, in appositi esercizi commerciali oppure è sufficiente entrare in un negozio di elettrodomestici dove i dispositivi abbronzanti sono in libera vendita. Questo perché non vi a ancora una legge “su misura” che regoli tutti gli aspetti dell’intero settore: a partire dall’informazione, dalla prevenzione e dall’educazione fino ad arrivare a norme di legge amministrative e tecniche, riguardanti le apparecchiature e gli operatori degli esercizi commerciali, che mirino ad accrescere nell’opinione pubblica, la consapevolezza degli effetti nocivi delle radiazioni UV e ad incoraggiare cambiamenti nello stile di vita che arrestino il continuo aumento dei casi di tumore cutaneo.
L’ozono si comporta in questa duplice veste in base alla sua altezza nell’atmosfera: 1’ozono presente nella stratosfera ha un effetto eco-protettivo, in quanto protegge la vita sulla Terra dai raggi ultravioletti (UV) nocivi del Sole; l’ozono presente nella troposfera, invece, ha un effetto tossico e nocivo sulla materia vivente e sull’uomo.
La radiazione solare, che riesce ad arrivare sulla Terra, è composta da radiazioni elettromagnetiche che hanno lunghezze d’onda corte comprese nello spettro che va da 100 a 800nm. La componente ultravioletta della radiazione solare viene suddivisa in UVC, UVB e UVA che hanno lunghezze d’onda diverse; l’ozono stratosferico assorbe completamente gli UVC di lunghezza d’onda compresa tra 100 e 280nm, per il 95% gli UVB di lunghezza d’onda compresa tra 280 e 315nm ed appena per il 5% gli UVA con lunghezza d’onda compresa tra 315-400nm.
Gli UVA attraversano l’epidermide e penetrano negli strati più profondi della pelle fino al derma, dove possono alterare e distruggere l’elastina e il collagene.
Inoltre gli UVB abbronzano, possono provocare eritemi e scottature, e sono responsabili di un aumento del rischio da tumori della pelle e di modificazioni del DNA.
Diversamente dall’ozono che si trova nella stratosfera, quello troposferico risulta essere un inquinante molto velenoso se respirato a grandi dosi. La sua reattività, infatti, provoca irritazione agli occhi, al naso e alla gola, danni al sistema respiratorio e cardiocircolatorio specialmente nei bambini e negli anziani.
Indoor humidity calculator
Seduti fuori in una giornata estiva è facile sentire l’effetto dell’umidità, pelle appiccicaticcia, sudore grondante, mistura d’aria che si può tagliare con un coltello, ma quando l’umidità risiede all’interno delle abitazioni se ne hanno i segnali con prurito, starnuti e e colpi di tosse , e non sono limitati ai mesi estivi. Sorgono questi sintomi soprattutto in persone che hanno reazioni allergiche agli organismi che prosperano sopratutto grazie all’umidità (riniti, asma), parametri significativi sono alte temperature ed umidità.
Muffe e acari della polvere hanno un grosso abbattimento già sotto il 50 % di umidità.
Una casa “secca”
Di pari grado, non bisogna nemmeno teneri gli ambienti con aria troppo secca, infatti possono insorgere problemi di irritazione della pelle, difficoltà respiratorie (soprattutto persone a rischio) ed elettricità statica (indoor humidity index troppo basso).
Un basso indoor index è tipico dei mesi invernali, quando caloriferi e temperature più fredde si combinano per abbassare i livelli di mistura nell’aria.
Una casa umida
La troppo umidità può essere dannosa per la tua casa come per la tua salute.
Alti valori di umidità possono provocare deterioramento delle mure e degli oggetti e può essere malsano per l’organismo.
Ecco la necessità di munirsi di un termoregolatore (climatizzatore) per avere i giusti parametri che possano garantire la migliore vivibilità all'interno dei nostri ambienti.
Piccolo glossario umidità
Pressione o tensione di vapore saturo (saturation vapor pressure): è la massima pressione parziale che le molecole di vapor acqueo eserciterebbero se l'aria fosse satura di vapore a quella temperatura. Maggiore è la temperatura dell'aria, maggiore è anche la pressione del vapore saturo, come espresso dalla equazione di Clausius-Clapeyron, che esprime appunto la relazione tra la pressione del vapore saturo e la temperatura, su una superficie orizzontale di acqua pura.
Punto di rugiada (dewpoint) o temperatura del punto di rugiada (dewpoint temperature): è la temperatura alla quale l'aria dovrebbe essere raffreddata per raggiungere il punto di saturazione, dove avviene la condensazione. Nella determinazione del punto di rugiada si assumono costanti la pressione ed il contenuto di vapor acqueo. La differenza tra la temperatura effettiva e il punto di rugiada è detta depressione del punto di rugiada.
Rapporto di mescolanza (mixing ratio): è il rapporto tra la massa del vapore acqueo e la massa di aria secca con cui il vapore è mescolato (senza quindi includere il vapor acqueo). Essendo un rapporto tra masse dovrebbe essere un numero adimensionale, come l'umidità specifica. Comunque, poichè le concentrazioni di vapor acqueo assumono valori percentuali piuttosto bassi in superficie, e molto inferiori ad altezze maggiori, è espresso di solito in grammi di acqua per kilogrammo di aria.
Saturazione dell'aria (saturation of air): è la condizione in cui la quantità di vapor acqueo nell'aria assume il valore massimo possibile in quelle condizioni di temperatura e pressione. Se la temperatura diminuisce o si aggiunge ulteriore vapor acqueo avviene la condensazione (o la sublimazione, cioè il passaggio diretto dallo stato di vapore a quello solido, con formazione di brina).
Temperatura di bulbo secco (dry bulb temperature): è l'effettiva temperatura dell'aria, misurata con un termometro normale.
Temperatura di bulbo umido (wet bulb temperature): è la più bassa temperatura che si può ottenere per evaporazione di acqua nell'aria a pressione costante. Il nome deriva dalla tecnica di porre un pezzo di garza bagnato sul bulbo di un termometro a mercurio e di soffiare aria sul rivestimento per favorire l'evaporazione. Poichè il processo di evaporazione assorbe calore, il termometro si abbasserà a una temperatura inferiore rispetto ad un termometro a bulbo secco posto nella stessa posizione. La temperatura di bulbo umido e la temperatura di bulbo secco, determinate contemporaneamente affiancando due termometri, permettono tra l'altro di determinare il punto di rugiada e l'umidità relativa.
Umidità assoluta (absolute humidity): è la densità del vapore acqueo, cioè indica la massa di vapore acqueo contenuta nell'unità di volume di aria; si misura in grammi di vapore per metro cubo di aria.
Umidità relativa (relative humidity): è il rapporto percentuale tra il vapore acqueo effettivamente presente e quello che vi potrebbe essere se l'aria fosse satura nelle stesse condizioni di temperatura e pressione. L'umidità relativa si esprime in percentuale e può essere calcolata in molti modi, per esempio dividendo la pressione del vapore effettiva per la pressione di saturazione e moltiplicando per cento (per esprimerla in %). Poiché la pressione del vapore saturo aumenta con la temperatura, per un determinato valore di umidità relativa, nell'aria calda c'è più vapor acqueo che nell'aria fredda.
Umidità specifica (specific humidity): è la concentrazione del vapor acqueo, cioè il rapporto fra la massa del vapore acqueo e la massa di aria umida nella quale essa è presente (includendo quindi sia l'aria secca che il vapor acqueo); il suo valore è circa uguale a quello del rapporto di mescolanza.
Vento Geostrofico: è un vento teorico risultante dal perfetto equilibrio tra la forza di Coriolis e la forza dovuta al gradiente di pressione. Tale vento ha la caratteristica di essere diretto parallelamente alle isobare.
Temperatura virtuale: La temperatura virtuale è quella a cui andrebbe portata una massa d'aria secca affinché, alla stessa pressione, abbia la medesima densità di una massa d'aria umida. In altri termini, essa è la temperatura che dovrebbe avere l'aria secca per eguagliare la densità di aria umida ad una data umidità relativa (RH). Poiché il vapore acqueo è meno denso dell'aria secca, l'aria umida (non satura) "galleggia" meglio dell'aria secca. Per eguagliare le due densità, occorrerebbe aumentare la temperatura dell'aria secca. La temperatura virtuale dell'aria umida non satura è sempre superiore a quella reale. Ciò significa che l'aria umida "galleggia" meglio dell'aria secca, cioè tende a salire a quote più elevate.
LCL (Lifting Condensation Level): Il livello di condensazione forzata, o Lifting Condensation Level (LCL) è la quota in cui una massa d'aria raggiunge la saturazione in seguito al sollevamento forzato dal suolo.
Temperatura potenziale: La temperatura potenziale si definisce come la temperatura che una massa d'aria avrebbe se trasportata adiabaticamente dalla sua quota Z fino al livello del mare.