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Padre Francesco Maria Denza (1834-1894)
Questo fu il primo osservatorio meteorologico in Italia dotato di strumenti adeguati regolarmente funzionanti nelle rilevazioni quotidiane dei fenomeni atmosferici. Molti di questi strumenti erano perfezionati o addirittura ideati da Padre Denza che effettuava personalmente le misurazioni di pressione atmosferica, temperatura, umidità assoluta e relativa, pioggia e neve, venti e stato del cielo. Tra gli strumenti ideati dal Denza ricordiamo in particolare l’Anemojetografo che registrava automaticamente il vento e la pioggia. Del vento registrava la direzione e la velocità in chilometri orari; della pioggia misurava l’altezza in millimetri e la durata in ore e minuti. Questo strumento, tra i più semplici del genere, era molto diffuso in Italia e all’estero ed oggi è esposto nella sala centrale dell’ Osservatorio “Carlo Alberto”.
P. Francesco Denza intraprese subito un piano di studi sulla meteorologia piemontese, dando vita, a partire dal 1865, ad una Rubrica Meteorologica ed alla “Corrispondenza Meteorologica Alpina” tra gli osservatori di Moncalieri, Alessandria, Torino, Pinerolo, Aosta, Bra e Mondovì. In questa “Corrispondenza” raccolse e confrontò i dati provenienti dalle altre stazioni del Piemonte e della Valle D’Aosta con quelli di Moncalieri. Il 1873 fu l’anno dell’espansione della rete meteorologica del Denza che raggiungendo gli Appennini, la Sicilia e la Sardegna fu ribattezzata con il nome di “Corrispondenza Meteorologica Italiana Alpina- Appenninica”. Questa per molti anni fu considerata la rete meteorologica più estesa e funzionale al Mondo dato che alla fine del 1878, contava ben 90 stazioni meteorologiche. P. Denza fondò una rete che ancora oggi non ha eguali, in un periodo in cui le difficoltà erano palesi e le conoscenze estremamente limitate, soprattutto per diffondere la cultura della Meteorologia presso il popolo italiano. Nel 1880 la “Corrispondenza Meteorologica Alpina- Appenninica” contava ormai 159 osservatori, apparve allora indispensabile dare ad essa una configurazione societaria che meglio rispondesse alle dimensioni raggiunte. Nacque così l’Associazione Meteorologica Italiana che nel 1885 contava 235 stazioni e che successivamente assunse il nome di “Società Meteorologica Italiana”.
Il 5 febbraio del 1886, durante una conferenza presso la sede del C.A.I. di Torino, Padre Denza fu colpito da un ictus cerebrale che gli lasciò paralizzata la parte destra del corpo. Fu costretto quindi a rallentare le sue attività. Con grande determinazione e serenità, come attestano le sue migliaia di lettere, riprese a lavorare scrivendo con la mano sinistra. Nel settembre del 1890 Padre Denza dovette trasferirsi a Roma per volontà dell’allora Pontefice Leone XIII che lo nominò Direttore della Specola Vaticana. La rifondazione della Specola Vaticana, la cui nascita probabilmente risale all’epoca della riforma del calendario attuata nel 1582 da Gregorio XIII, rappresenta il coronamento della molteplice attività scientifica ed organizzativa di P. Francesco Denza. Prima la sua preparazione e poi la sua gestione e direzione occuparono gli ultimi sei anni della sua vita. Un secondo ictus gli fu fatale, si spense il 14 dicembre del 1894 a Roma nel suo appartamento presso la Specola Vaticana poco dopo il ritorno da un’udienza con il Santo Padre Leone XIII. Fu sepolto a Roma nel cimitero del Verano. Sono 173 le pubblicazioni del Denza elencate dal bibliografo Benedettino Padre GiuseppeBoffito, ma la maggior parte di queste constano di poche pagine e si trovano sparse nei periodici scientifici italiani ed esteri ai quali era invitato a collaborare. Scrisse e si occupò di diversi argomenti scientifici tra cui magnetismo terrestre, astronomia, fisica, matematica, oltre che di meteorologia. Lo stile di vita di Padre Francesco Denza, quindi, non gli ha consentito di scrivere numerose opere di mole notevole; lo ha portato invece a scrive brevi note, monografie, memorie, relazioni raccolte soprattutto nei 29 volumi del “Bullettino Meteorologico dell’ Osservatorio di Moncalieri”pubblicato dallo stesso Denza a partire dal 1° gennaio 1866 e successivamente diventato “Bullettino mensuale”. Questo mensile conteneva articoli scientifici (meteorologia, astronomia, sismologia, magnetismo terrestre), la cronaca del mese, e le tabelle con i dati meteorologici giornalieri registrati presso l’Osservatorio di Moncalieri e presso le altre stazioni della rete.
Frontespizio del 1° numero del “Bullettino Meteorologico dell’ Osservatorio di Moncalieri”
Uno dei principali obiettivi del Denza è stato quello di diffondere la cultura della Meteorologia e della Climatologia in Italia, in un epoca, il 1800, in cui il contesto storico e quello scientifico di certo non lo aiutarono. Nel ripercorrere la vita e le opere di Padre Francesco Denza ciò che salta all’occhio più di ogni altra cosa è il concetto di “collaborazione”. La fondazione del primo Osservatorio Meteorologico in Italia, l’allestimento di questo con strumenti in grado di rilevare tutti i possibili parametri meteorologici, la raccolta di questi in un bollettino e la rinascita della Specola Vaticana, sono solo alcune delle sue innumerevoli attività che ce lo presentano come un eccezionale osservatore oltre che come uno straordinario organizzatore. Ed è proprio un lavoro di organizzazione e di collaborazione quello che Padre Francesco Denza ha iniziato nel 1860 quando a partire dall’Osservatorio di Moncalieri ha istituito la prima vera e propria rete meteorologica in Italia. Estremamente importante è, oggi, evidenziare il lavoro scientifico svolto da Padre Francesco Denza che, nonostante le limitazioni tecnologiche dell’epoca riuscì a conseguire risultati di prim’ordine, lavoro che deve essere considerato un patrimonio inestimabile e una guida per gli studi attuali e futuri della Meteorologia e della Climatologia. Certo oggi la Meteorologia operativa è caratterizzata dalla tempestività dell’informazione globale, dalla capacità delle reti meteorologiche di scambiarsi i dati di osservazione in tempo reale, dall’utilizzo di potenti sistemi di calcolo che consentono di trattare i dati a fini previsionali, ma ciò che resta è il “senso” della rete che poi è il concetto che ha ispirato l’opera di padre Francesco Denza.
Cristofaro Mennella nasce a Casamicciola Terme il 17 febbraio del 1907 e muori il 25 gennaio 1976. Apparteneva ad una famiglia di navigatori, il padre era capitano, e fu naturale per lui iscriversi all’istituto Tecnico Nautico di Procida ma le sue condizioni fisiche, era un tipico albino con difficoltà visive di giorno, non gli consentirono di seguire le orme degli avi sulle navi. Incominciò a manifestarsi nel Mennella la volontà di autodidatta cioè di formarsi da solo, capacità che poi lo ha accompagnato in tutto il corso della sua vita: studiando da solo, infatti, consegue a solo 17 anni l’abilitazione magistrale e subito insegna nelle Scuole elementari di Casalvelino nel basso Cilento; nel 1938 decide di iscriversi a matematica e per questo da privatista consegue la maturità classica; nel 1942, 4 anni dopo, consegue la laurea in Matematica. La combinazione di preparazione classico-scientifica gli consente di spaziare dal campo umanistico e classico a quello tecnico scientifico della matematica.
Nel 1942-43, subito dopo la laurea, con il contributo di insigni scienziati e tecnici, quali il prof. Carnera, direttore dell’Osservatorio Astronomico di Capodimonte, il prof. Eredia segretario della Società Meteorologica Italiana, il prof . Imbò, direttore dell’Istituto di Fisica Terrestre dell’Università di Napoli e direttore dell’Osservatorio Vesuviano, propone il ripristino dell’Osservatorio Geofisico di Casamicciola fondato nel 1885 all’indomani del disastroso terremoto di Casamicciola del 28 luglio 1883 . L’Osservatorio di Casamicciola è riaperto nel 1951 con il Mennella nominato ufficialmente Direttore dell’Osservatorio Geofisico dall’Ufficio Centrale di Meteorologia.
Il 20 luglio 1944 , durante la seconda guerra mondiale, il Mennella propone anche la nascita di un Centro Studi sull’Isola d’Ischia articolato in 4 sezioni: storico-letteraria, artistica, geofisica e idrologico –medica. Il Mennella è chiamato alla vicepresidenza di questo centro nel 1958 e poi alla presidenza nel 1968, carica che occupa fino alla morte.
Mennella è molto attivo anche nel settore della climatologia nazionale. Per una sua iniziativa di luglio 1957, viene istituita la trasmissione televisiva della carta quotidiana delle previsioni del tempo preparata dall’Aeronautica militare con i dati delle varie stazioni distribuite sull’intero territorio nazionale.
Il Mennella fu socio della Società Astronomica Italiana, di quella Geofisica e Meteorologia, di quella Geografica Italiana, dell’Associazione Medici Italiana di Idroclimatologia, della Società Italiana per il progresso delle Scienze e della Società di Astronautica Italiana.
La produzione scientifica del Mennella si può suddividre in tre gruppi:
Il primo gruppo comprende lavori a carattere scientifico-divulgativo sui temi più svariati dello scibile manifestando una indubbia capacità di sintesi. Tra questi lavori ricordiamo:
2) Missili e satelliti, prime tappe dell’astronautica;
3) La vita nell’Universo
4) Luci ed ombre tra i monti siderei
5) Datta Terra alle stelle
Il secondo gruppo di lavori comprende la raccolta di dati meteorologici.
In particolare “Il Clima d’Italia”, tre poderosi volumi che rappresentano il primo lavoro esauriente sulla caratterizzazione climatica dell’Italia. In questa poderosa opera il Mennella mostra tutta la sua passione e laboriosità nel raccogliere, catalogare, discutere con senso critico e analizzare statisticamente i cataloghi dei numerosi osservatori Italiani.
Il prof. Murri dellUniversità di Camerino sulla rivista Universo nel 1968 affermava:”La nuova opera del Mennella offre finalmente agli studioso italiani e stranieri una completa ed esauriente analisi del clima di questo nostro paese mediterraneo, così ricco di manifestazioni meteorologiche, sì diverse, spesso contrastanti, sempre mutevoli con rapidità e tali da porlo tra quelli più altamente interessanti nel campo della climatologia”.
Il terzo gruppo di lavori comprende lavori, soprattutto di Meteorologia e Climatologia, pubblicati sulle più prestigiose riviste scientifiche dell’epoca, quali Geofisica e Meteorologia, organo di stampa della Società di Geofisica e Meteorologia, il Bollettino della Società Geografica Italiana, la Rivista della Meteorologia Aeronautica , il Rendiconto dell’Accademia di Scienze Fisiche e Matematiche della Società Nazionale di Scienze, Lettere ed Arti..
Per esempio nel lavoro “La previsione delle disponibilità idriche estive nel napoletano” stabilisce un criterio per le previsioni delle precipitazioni estive nel napoletano a partire dalla serie ultrasecolare dell’Osservatorio di Capodimonte. Nel lavoro “Sulla scelta della distribuzione udometrica annuale ai fini delle ricerche sugli andamenti eccezionali, pubblicato su Geofisica e Meteorologia, il Mennella ritiene opportuno fissare l’annata pluviometrica con inizio a settembre e fine all’agosto successivo, ripartendo poi questo intervallo in semestri e fasi caratteristiche. In questo modo riesce a mettere in evidenza correlazioni e tendenze utili per la previsione,
In un altro gruppo di lavori, il Mennella si occupa del clima d’Ischia In particolare nel lavoro “Ischia gemma climatica d’Italia” il Mennella mette in evidenza la particolare mitezza del clima d’Ischia e un insospettabile fenomeno di inversione rispetto a a quanto generalmente avviene in altre regioni che si verifica ad Ischia circa l’andamento della pioggia. L’inversione consiste nel fatto che la quantità annuale di pioggia per il versante esposto ai venti meridionali, apportatori di pioggia, è sensibilmente inferiore a quella del versante al riparo dei detti venti.
Numerose sono le iniziative che lo videro protagonista nella difesa della terra natia in tutti i campi.
Ma il Mennella affrontò anche svariati problemi di natura non squisitamente meteo-climatica riguardante Ischia traendo conclusioni sempre lucide. Così nel 1970 indicò nuove prospettive per la soluzione della viabilità primaria isolana; affrontò le lo studio delle condizioni ecologiche e delle colture più appropriate e più redditizie di Ischia, affrontando anche il problema della floricultura industriale dell’Isola.
La caratterizzazione climatica dell’isola d’Ischia è complicata dalla sua orografia molto tormentata. L’unica caratterizzazione climatica dell’isola attualmente disponibile è quella del Mennella insigne climatologo ischitano, sulla base delle sue elaborazioni effettuate presso le seguenti stazioni di monitoraggio, funzionanti in intervalli diversi:
a)Casamicciola, sul versante Nord dell’Isola, a ridosso dell’Epomeo, sulla sommità della collina della Sentinella ad una quota di 126 m sul mare, esposta ai venti del I e del IV quadrante e parzialmente a quelli del III quadrante e funzionante nei periodi 1898-1901 e 1927-1942.
b)Porto d’Ischia, sul versante Nord Est dell’isola, ad una quota di 35 m sul mare, esposta ai venti del I quadrante e funzionante nei periodi 1888-1897 e 1903-1926 per la misura delle precipitazioni, nel periodo 1888-1917 per la misura della temperatura dell’aria e nel periodo 1903-1907 per la misura dell’umidità relativa.
c) Punta Imperatore, sul promontorio omonimo, sul versante Sud Ovest dell’Isola, ad una quota di 234 m sul mare, completamente esposta ai venti del II, III e IV quadrante e funzionante nel periodo 1922 -1945 per la misura delle precipitazioni e nei periodi 1916-1926 e 1945-1949 per la misura dell’intensità e direzione del vento.